1966


Nell'occhio del ciclone
Buon senso e un po' di scapaccioni hanno vinto la battaglia della chioma (17 marzo).
L'articolo celebra con encomiastico entusiasmo il trionfo di Noemi Giacobbe Novelli, preside, o piuttosto Oberstrunfurer, del " Duca d'Aosta", che ha tempestivamente sospeso dalle lezioni il quattordicenne Fabrizio Gatti Grami, riammesso solo previa tonsura.
Nel numero successivo, il cittadino Arrigo Bini invia una lettera di plauso ( 24 marzo).
Il congresso dei capelloni a Massino Visconti (1 aprile). Si da notizia di un'iniziativa "internazionale".
Per difendere la chioma un ragazzo fugge da casa
(21 aprile). E' il 15enne Giovanni Poli, della Bicocca.
Questura: un servizio anticapelloni (21 aprile).
La provvida istituzione predispone l'indifferibile servizio dopo l'ennesimo atto di teppismo: 4 capelloni tra i 15 e i 17 anni molestano le ragazze del Galileo Ferraris con il rombo delle loro motociclette ad uopo truccate. Vengpno trattenuti in questura.
Operazione antirumori (12 maggio).
...I capelloni nostrani non hanno vita facile...già cinque i fermati.
Sperano nell'amnistia i rapinatori della Gina
(12 maggio)
...delinquenti.. provvisti di una lunga chioma... zazzeruti giovinastri...
Si annuncia molto caldo il raduno dei capelluti (12 maggio).
Il parroco nega la celebrazione della messa (ovviamente beat), le associazioni combattentistiche ritengono offensivo l'omaggio ai caduti. Massino Visconti non nasconde la sua contrarietà al raduno, visto che, oltre tutto, la popolazione già non vede di buon occhio gli zazzeruti locali.
I capelloni di tutto il mondo disertano il raduno internazionale
(20 maggio).
E' il già annunciato congresso di Massino Visconti. Un flop. Si rivela inutile il dispiegamento delle forze dell'ordine e la pronta rimozione forzata del palco. L'insuccesso dell'iniziativa fa si che il combattivo parroco locale rinunci a mettere in atto le annunciate ritorsioni (diffusione per altoparlante di canzoni di Claudio Villa). L' autore dell' articolo, G.C. (Gianfranco Quaglia) sospetta che alcuni degli zazzeruti convenuti siano in realtà portatori sani di parrucca.
Condannati ex-capelloni rapinatori (29 giugno).
Cominciano i pentiti...
Denunciato un capellone. Pugni a un coetaneo. (3 novembre).
E' Pietro Pedrana, 15 anni, segnalato al tribunale dei minori.
I comunisti scaricano i capelloni (10 novembre).
Così il Corriere interpreta un articolo di Paese Sera
Capelloni denunciati per furto in un bar (10 novembre).
Sono Galileo Braida, Michele Damiani, Fiordaliso Ambrosini, tutti tra i 18 e i 19 anni.
Ondata di delinquenza minorile arginata da carabinieri e questura
(17 novembre)
Trattasi ovviamente di capelloni.
Per qualche capello in più(24 novembre)
Con questa manchette in prima pagina (con foto), Renzo Crivelli e Gianfranco Quaglia iniziano una inchiesta sul fenomeno.
Non vogliamo un mondo cretino (24 novembre, 1a parte).
Un amore senza preamboli per un'epoca senza tempo
(1 dicembre, 2a parte).
L'inchiesta, corredata di fotografie (notevole il 18enne Marco Tamagni), si svolge al "Cavern Club" di via P. Lombardo. Sono capelloni "buoni", da non confondersi con l'ormai famigerata "banda dei capelloni". Tutti lavoratori, alcuni con i capelli corti per imposizione del datore di lavoro. Gli intervistati denunciano il clima di discriminazione (in qualche bar è apparso il cartello "Divieto di ingresso ai capelloni") e l'ipocrisia degli adulti, che si ostinano nella campagna contro gli attentati alla morale della gioventù bruciata, mentre i loro coetanei hanno alimentato il fiorente commercio di Lolite, giusto allora promosso alla ribalta delle cronache.
L'inchiesta, in cui è ventilata una distinzione che prescinda dalla lunghezza della capigliatura, ha un' eco tra i lettori, nella rubrica di lettere "Onde corte".

 

 

1967


Gioventù bruciata
Alfabeto novarese 1966 (5 gennaio).
Alla voce: "Capelloni". La questura vigila attentamente tra i beatnik, si dice che tra loro si annida il morbo della delinquenza giovanile...40 ragazzi denunciati. Fino a qualche tempo fa ho difeso i capelloni, ma ora... (2 febbraio).
Il lettore Giovanni Silvestri aveva dato loro fiducia, ma poi gli è finito tra le mani ...un giornaletto dei loro... "fumetto capellone".. .roba da pazzi. C'è un limite a tutto!
Ragazze fuggono da casa per protesta contro le madri (16 febbraio).
Le accompagna un vicino di casa, il ben noto capellone sedicenne Piero Pedrana. Ma la fuga dura poco. Torna al riformatorio il Pedrana, le due amiche meditano al Buon Pastore sull'esito dell'impresa.
Rimandata a Genova la ragazza fuggita con i capelloni (16 febbraio). Non se ne può più.
La calata dei capelloni nella sala dei combattenti (6 aprile).
I reduci inviano al giornale la vibrata protesta per una tale cosa ributtante e vergognosa.
Si affidano a Morgan, il "capellone" che si fa dare i soldi e scompare
(13 aprile).
Ben gli sta. Volevano raggiungere una colonia beat genovese, le due ingenue biellesi (15 e 16 anni) che affidano la loro intera fortuna (lire 5.000) al truffaldino Morgan, che s'invola.
Capelloni e polizia (15 giugno).
Dal momento che il movimento dei capelloni ha perso ogni contenuto spirituale e si è ridotto alla droga e al delitto, era inevitabile che dovesse incontrare sulla sua strada la Polizia... (commento in occasione dello sgombero della tendopoli beat a Milano).
L'uso della droga va mietendo numerose vittime fra i giovani (20 luglio).
Lo si presume in mancanza di dati.
Arrestato capellone all'angolo delle ore (20 luglio).
E dove, se no?
I pantaloni col buco tradiscono il ladro (24 agosto).
L'audace scambio, durante una balneazione sull' Agogna.Ma ha breve durata il gesto criminale di un giovane capellone novarese, Claudio Cavallotti, è smascherato: le sue brache sono note alle forze dell'ordine. Le sue imprese cominciano a 16 anni, Non gli piace la nebbia e fugge da Novara per la sedicesima volta (18 marzo 1965).
Si fanno "rapire" da due ragazzi (24 agosto).
In carcere i due 19enni capelloni Fiordaliso Ambrosini e Mauro Albertini. Hanno precedenti da veri gangster: danza in costume adamitico in riva all'Agogna (con femmina), furto, blocco stradale, molestie assortite.
La labile protesta dei capelloni (19 ottobre).
II lettore Mino Trivelli aveva un parente capellone che poi si è pentito. E' solo un fuoco di paglia.
Mostra senz'arte (26 ottobre).
I giovani del "Pasquirolo" sono ormai sospetti. Al troppo connivente Bedoni si sostituisce Costanze Della Valle che stronca la desolante manifestazione e le facili derive pop di Leigheb e D'Elia.
Arrestato per violenza un giovane capellone (7 novembre).
Mi aveva incantato con il libero amore, dichiara la sventurata giovane, che evidentemente non aveva afferrato il concetto, infatti... solo quando mi ha portato dietro un cespuglio ho cercato di resistergli, ma era troppo tardi. Povera lei, ma anche lui, giacché:
Due anni di violenza al capellone seduttore ( 21 dicembre).
Mao è noioso, fa sbadigliare: ma la libertà di leggerlo è sacra anche per un capellone (14 novembre).
Un lettore disapprova l'iniziativa della polizia romana di fermare un gruppo di capelloni perché agitano il libretto rosso.
Chi sono i "ragni" del Viet Nam? (28 novembre).
Non si sa, ma le indagini rivolte verso l'ambiente dei capelloni notoriamente legati a organizzazioni di estrema sinistra.

 

Gioventù sana
Tornati dal fango di Firenze 50 studenti novaresi (12 gennaio).
Tutti anonimi gli intervistati, tranne uno: Alberto Toscano.
Domenica mattina al faraggiana presentata la messa beai (16 marzo).
I ragazzi della GS presentano la loro "Proposta".
Il curioso esperimento dei giovani cattolici novaresi (30 marzo).
Un lettore approva la messa beat.
Borse di studio ad undici studenti (16 novembre).
Una è Carla Cavagna.
Successo esilarante al Broletto di una curiosa sfilata di moda (23 novembre)
Goliardia alla ribalta. Bei tempi!


Scotti & Brioschi
Ordine del giorno per la Scotti e Brioschi (23 marzo).
Cominciano le preoccupazioni.
A Roma i lavoratori della Scotti e Brioschi (13 aprile)
Le preoccupazioni aumentano.
Una precisazione a proposito della Scotti e Brioschi (29 giugno).
Non c'è da preoccuparsi. Le voci di smantellamento sono artatamente diffuse dai giornali socialcomunisti che hanno l'abitudine di pescar nel torbido per diffondere allarmi e malcontento.
Appello al Governo perla Scotti e Brioschi (20 luglio).
La CGE trasferisce altrove la produzione. Pare che ci si debba preoccupare. Anche i negozi chiusi per solidarietà.
L'Unitàè sempre la stessa (27 luglio).
Diffonde allarmismo ingiustificato. Non c'è da preoccuparsi.

 

La sinistra e la destra
Fratture all'interno dei comunisti oleggesi (18 maggio).
Incalzati dall'esterno dal filocinese Beldì, debbono spostarsi a sinistra: rischio di epurazione per gli imborghesiti Ruspa e Gaboli.
Bambini antiguerra (25 maggio).
Manifestazione per il Viet Narri, un giovane, poi identificato come Oreste Strano brucia la bandiera americana. Viene fermato ma, con l'aiuto di altri dimostranti, riesce a dileguarsi.
Gli universitari non centrano con la "Nuova Resistenza" (25 maggio).
I goliardi dell' ANU dichiarano di non appartenere a tale organismo che raggruppa le federazioni giovanili della sinistra e altri associazioni democratiche. Per fortuna.
Una sezione giovanile dei monarchici
(1 luglio).
Era ora. La presiede il signor Giovanni Porta, un birichino.
I brogli all'Universit
à di Roma. Perché tacciono giornali e partiti (20 luglio)
Condannati 11 studenti neofascisti per i brogli elettorali dell'anno precedente che avevano scatenato le proteste culminate con la morte di Paolo Rossi. Come nota il lettore Marco Pesenti, nessuno pare più interessato alla cosa.
Chi sono i "ragni" del Viet Nam?
(28 settembre).
Ancora nessuna traccia del film "Viet Nam: guerra senza fronte"... La pellicola sottratta dalla cabina di proiezione di un cinema cittadino, da mano anonima. Biglietto vergato a mano rivendica a "i ragni" la paternità dell'azione, sicuramente a fine politico.
Si sedette sulla strada bloccando il traffico
(23 novembre).
Arrestato ad Assisi Oreste Strano per il sitin della vigilia di Natale dell'anno precedente. La protesta era per la guerra nel Viet Nam.      Per la stessa vicenda e con le stesse imputazioni:
Altri quattro ragazzi arrestati per blocco stradale
(30 novembre)        
Sono Mauro Albertini, Enzo Soardi, Galileo Braida, Orlando Mandaglio.(ln realtà è PieroPedrana.)

 

Lolite
Martedì il processo della Lolita N°1 (5 gennaio).
Elisabetta a porte chiuse (12 gennaio).
Sette giorni di squallore (19 gennaio).
Condannati 12 dei 13 imputati, insufficienza di prove per la madre di Elisabetta, commenti sulla deposizione di Olga Scalise, testimone semiproffessionista, amica del commissario Tarantino.
Due anni e otto mesi ad Angela Gritti (1 giugno).
La Lolita N° 2 ha avuto una clientela più raffinata e, a quanto pare non identificata.
E' tornata a casa la Lolita N°2 (30 novembre)
La N° 1 resta al "Buon Pastore".                                                                  

 

Personaggi
Sottobraccio in tribunale i coniugi difficili (2 marzo).
Salvatore Puledda (25 anni) e la percossa moglie, contessa Levada (55), hanno fatto pace, prosciolto il Puledda ma, tempo dopo...
Il marito della contessa Levada fra i rapinatori della fioraia (13 luglio).
Che volesse fare un omaggio alla consorte? Noblesse oblige.
Giovane esibizionista sfugge al giudice (27 luglio).
L'artista ...si è esibito in uno spettacolare numero di narcisismo. Viene bloccato da un vigile urbano che però si distrae, permettendogli la fuga. Il personaggio è naturalmente il vigile.
Automobilista denunciata per turpiloquio (21 settembre).
E' la popolare e disinibita trentaseienne Gina G.
Finge di essersi avvelenato ed è sottoposto a lavanda (16 novembre) II fantasioso 37enne Sergio Damiani escogita il trucco per sottrarsi ad un arresto per emissione di assegni a vuoto. Poi, temendo un accanimento terapeutico, confessa la simulazione.

 

Civiltà padana
Una bimba di otto anni deve curare sette fratelli (26 gennaio).
E non va a scuola, i genitori, che lavorano tutto il giorno, sono condannati a 15.000 lire di ammenda per evasione dell'obbligo scolastico.
Quando attraversano l'allea c'è il bruto che le aspetta (26 gennaio).
E' un'antica tradizione locale.
Suona l'allarme del treno e finisce in manicomio (23 marzo).
Lo fa due volte di seguito! La pazienza ha un limite.
Questa voita non mi commuovo (6 aprile).
Il lettore si è stancato dei piagnistei dell'India, che...ammazzi le vacche sacre,., e amen.
E' di moda il suicidio (6 aprile).
Un secondo lettore scrive per deplorare l'insano vezzo.
Non più bambini al corteo funebre (6 aprile).
Lo spettacolo di mesti orfanelli dietro a feretri di benefattori sconosciuti deve cessare. Il vescovo e il prefetto si sono già più volte pronunciati sulla questione. Adesso basta.
Le medicine gratuite dissanguano le mutue (13 aprile).
Ci si ammala per ingordigia.
Meglio il Buon Pastore oggi che una Lolita domani (18 maggio).
Due perfide sorelline, 15 e 14 anni, non lavorano. L'ozio, padre dei vizi, le porta a frequentare persino i bar. Si dispera la mamma e chiede aiuto alla Questura. Non piacciono agli agenti pedinanti i locali frequentati dalle due traviande. Scatta provvido un internamento preventivo al Buon Pastore.
Dinamite a scuola: processo agli studenti (29 giugno).
Comprensione per i due simpatici Gianburrasca: perdono per uno, multa di 15.000 per l'altro.
Come in una grande famiglia nell' Istituto Dominioni (6 luglio).
Scalfaro inaugura la nuova sede. Del Dominioni se ne parlerà ancora.
Meglio il manicomio che essere arrestato (31 agosto).
Così urla nottetempo in una piazza, e lo accontentano.
Vivono a lume di candela a pochi passi da Novara (14 dicembre).
Antieconomici gli allacciamenti, per la privata Ovesticino. Undici centri senza luce nei dintorni della città.

 

Alcatraz
Un giallo sconcertante (20 luglio)
Ennesimo processo per l'assassino della lina. Dopo il proscioglimento di Giovanni Vecchio, Carlo Bricco affronta il quarto processo, dopo l'assoluzione in primo grado, la pesante condanna (22 e 8 mesi) in appello e l'annullamento in cassazione.
Destino tragico per Alaimo (20 luglio).
Il nuovo acquisto del Novara Calcio viene sottoposto agli accertamenti di routine. Inopinatamente l'elettrocardiografo si trasforma in sedia elettrica. Folgorato.

 

Dal mondo del vizio
Ricoverato l'ultimo figlio della mondana della Bellaria (26 gennaio).
Segue la sorte degli altri otto. Ma il bilancio demografico è provvisorio. Malgrado la non appariscente avvenenza, ella ancor si giova di opportuni partner per esperimenti genetici dal conturbante fascino gotico.
Indossa abiti femminili e si impicca nel garage (9 novembre).
Acume di detective e intuito di psicologo si fondono nell'articolo che affronta la fine di un 19enne. La strana tenuta del suicida non trae in inganno, anzi...ciò ha fatto inquadrare il dramma in un ambiente ben definito. Da ciò si evince una spiegazione razionale, infatti, come è noto,...l'illogicità di tali persone... spiega. E già.

 

Deliri telegrafici
Avvistato a Novara il globo incandescente (20 luglio).
Uno strano fenomeno.
Casa dei fantasmi a Galliate (3 agosto).
E non è tutto, c'è pure la Donna cannibale a Pallanza.
Sono in contatto con i marziani (24 agosto).
L'estate è stata davvero calda.
Ogni notte Gigi Meroni giocava sulla mia pancia (21 dicembre).
La cosa è seccante, il giovane oleggese non può far altro che violare il sepolcro e asportare il fegato del defunto calciatore. Ricoverato in manicomio.

 

 

1968


Malavita
Mentre passa per la strada riceve pugni in faccia (11 gennaio).
Da Giuseppe Barile. Comincia una moda.
Condannati undici giovani: vent'anni (25 gennaio).
Gli undici, cui toccano circa due anni a testa, sono ..."bulli" che già altre volte si distinsero per alcune bravate compiute in occasione di manifestazioni dei capelloni ( uno di loro partecipò al blocco stradale dell' Angolo delle ore promosso da Oreste Strano)...
Condannato il capellone che non voleva lasciare Novara (14 marzo)
II galliatese Davide Cassio, considerato un po' il capo dei capelloni di Novara, già colpito da foglio di via, non resiste al richiamo dei portici cittadini. 20 giorni d'arresto.
Undici arresti per la droga
(28 marzo).
Pescati tutti gli esponenti più in vista del mondo "beai" novarese: Antonio Gigante detto Psiche (26 anni), Aldo Frattini (29), Davide Cassio (19), Pino D'Elia (27), Mirko Fidanza (23), Daniela Locamo (22), Gigi Viviani (28), Rolando Strano (24), Giuseppe Pacori detto Schutz (20), Roberto Airoldi (18) Galileo Braida (20). A quanto pare tutti hanno confessato di aver voluto provare...il brivido proibito e pertanto incarcerati; a piede libero Mario Soldati (28 anni) che nega.
La vicenda comincia con il vagabondaggio di Ivan, un beat olandese ben provvisto di hashish. Il globetrotter trova ospitalità presso lo Psiche che provvede ad alleggerirlo dell'imbarazzante bagaglio. Parte della droga viene rivenduta a due giapponesi residenti a Milano per una bella somma (si parla di 100.000 lire), con il quantitativo residuo lo Psiche alimenta la "fumeria" di via Brusati.
Come osserva il Corriere,...così anche ragazzi fondamentalmente sani hanno finito per farsi tentare da una droga che (a detta degli esperti) procura una rilassatezza ...che si potrebbe dire ebetitudine...e che si adatta di più al carattere degli orientali che non al nostro. E prosegue: la quantità di droga era tale da poter piantare profonde radici nel fisico ... e quindi E' una fortuna che la mano della legge sia giunta in tempo a bloccare un traffico che avrebbe potuto bacare irrimediabilmente decine di giovani. Proseguono le indagini. "Pietro di Vigevano" arrestato per la droga (11 aprile).
Il diciottenne Pietro Mannu è il sedicesimo arrestato. Il Corriere non ha dato notizia dei 4 arresti avvenuti nel frattempo.
Evasi e ripresi due detenuti (1 agosto).
Uno è Roberto Airoldi, in carcere per la vicenda dell' hashish.
Prosciolti dal giudice istruttore undici dei "festini della droga" (9 maggio).
Rimessi in libertà: Luciana Trogu, Daniela Locamo, Mario Soldati. Mirko Fidanza, Rolando Strano, Pino D'Elia, Giuseppe Pecori, Massimo Rimoldi, Galileo Braida, Pietro Mannu e Massimo Gila. Lo Psiche, Davide Cassio, Aldo Frattini e Luigi Vivian restano in carcere. Contro il proscioglimento si appella la Procura della Repubblica.
Rischiano di tornare in carcere i capelloni fumatori d'oppio Gazzetta del Popolo, 10 agosto.
I pericoli di una libertà che non si ferma solo ai capelli (18 aprile).
Il discorso sulla libertà si è dimostrato pericoloso e contagioso. Così comincia il commento in margine ai recenti fatti di cronaca. Il periodico rivendica il merito di aver subodorato per tempo la valenza eversiva del fenomeno "capelloni". "Era d'accordo" dice il corruttore di Maria (18 aprile).
Giorgio Dal Ponte ha attirato la giovane nelle squallide stanze di un ritrovo di capelloni... assenti in quel frangente ma ...tutti identificati e diffidati in presenza dei genitori.
Per sedurre la studentessa le falsificava la giustificazione
(11 luglio). Dal Ponte, perciò, oltre che per violenza è condannato per falso.
Una "droga" nel dimagrante (19 settembre)
Dilaga tra gli studenti il cattivo esempio dei capelloni. A quanto pare molti studenti utilizzano pillole dimagranti, associate all'alcol, nella ricerca di paradisi artificiali. Indagini serrate, farmacisti sotto tiro.
A testa bassa contro l'agente (17 ottobre).
Il ben noto Giuseppe Barile così affronta il brigadiere Fastampa.
I significati di una protesta
(31 ottobre).
Contestata la proiezione del film "Berretti verdi", che verrà poi ritirato, autori i soliti attivisti di estrema sinistra e una ristretta minoranza del mondo capellone novarese, perdi più prezzolato...mille lire a chioma.
Evasione per Oreste Strano (21 novembre)
Una lettera spedita da Roma la annuncia per il 3 dicembre. Mittenti i misteriosi"Cavalieri del Nulla".
Pianta in asso il rapitore e si aggrega ai capelloni (21 novembre)
Un giovane tradizionalista organizza la fuitina scopo matrimonio con la minorenne fidanzata. Giunti a Roma, costei lo pianta e si aggrega ai capelloni di Piazza di Spagna.
Prosciolti per amnistia Strano e i quattro capelloni
(12 dicembre)
L'associazione studentesca di sinistra "UEsseEnne" si dichiara resonsabile dell'organizzazione della manifestazione del 25 dicembre 1966. Ciò permette la derubricazione del reato con applicazione dell'amnistia.
Gli rubano l'automobile e malmena un ragazzo (24 dicembre).
Pietro Dai commette un errore. Orlando Mandaglio, con Francesco Monteforte e Marco Panciroli, lo correggono con una certa rudezza.

 

Bella vita
Università inquieta (14 marzo)                                                              
Dove va l'Università? (14 marzo)
Tavola rotonda con gli studenti: Mirko Fidanza, Franco Ratti, Pier Enzo Macchi, Guido Piazzano, Antonio Bricco, Clelia Paccagnino.
Scioperi, agitazioni e studenti poveri (21 marzo).
Per il lettore Giorgio Prisco le agitazioni universitarie, strumentali ai partiti di sinistra, creano ulteriori problemi agli studenti più svantaggiati.
Il cantante Don Powell a Novara per la "proposta" ai giovani (4 aprile).
Anche la cattolica Gioventù Studentesca vira a sinistra, la proposta quaresimale viene quest'anno intitolata "Canti di lavoro, canti di libertà ".
Un nuovo dialogo al liceo scientifico (18 aprile)
Incontro tra studenti e insegnanti per dar vita ad organismi rappresentativi studenteschi (ORS), già superati dai tempi. Per gli studenti relazionerà Alberto Toscano.
Don Ponzetto: finiamola con la deteriore studentaglia (30 maggio).
Poco caritatevole con i quattro beceri che si agitano nelle Università, del resto lui ha già conosciuto sfaccendati del genere, e li ha affrontati randello alla mano. (Ai suoi tempi, quando gli studenti, nella stragrande maggioranza erano o allegri goliardi, o arditi squadristi).
Giustizia pi
ù che carità(6 giugno).
Gaudenzio Barbe, che pure ha collaborato alle opere di carità di don Ponzetto, dissente: ... la carità .. .è sovente mortificazione; le masse preferiscono un po' più di giustizia sociale., .i giovani l'hanno capito.
Il Movimento Studentesco luridume e niente più(13 giugno).
Il lettore P.S. (mai iniziali furono più opportune) ha le idee chiare. Barbe si informi meglio.
La polemica sugli studenti (20 giugno).
Barbe replica al garbato lettore.
Gli studenti che devastano sono i successori di Cavai/ero e Cimino (27 giugno).
Ancora don Ponzetto che, dopo aver ripetuto in tutti i particolari il diario già noto dei suoi eroismi di gioventù, si lancia in metafore ardite, ... a Milano... studenti con...mitra, fucili, bombe, candelotti fumogeni, spranghe, bastoni. Talvolta i santi sono bizzarri.
Uno studente: la nostra "masnada" lotta per una democrazia migliore (4 luglio).
Lo studente Michelangelo Torri sfida don Ponzetto a pubblico contraddittorio. Questa è l'anagrafe della contestazione italiana (24 ottobre).
Carrellata sui gruppi extraparlamentari che, come ha ben capito l'estensore dell'articolo, in realtà so­no stati inventati dall'ufficio propaganda del PCI. Diabolico. I significati di una protesta (31 ottobre).
Contestata la proiezione del film "Berretti verdi", che verrà poi ritirato, autori i soliti attivisti di estrema sinistra e una ristretta minoranza del mondo capellone novarese, perdi più prezzolato...mille lire a chioma.
Scendono in piazza gli studenti dell'Ornar (7 novembre).
Studenti in sciopero (5 dicembre).
Contestano il preside gli sudenti del Mossotti (12 dicembre).
La demagogia a scuola (19 dicembre).
Originale critica alle manifestazioni studentesche.

 

Scotti e Brioschi
Buone prospettive per la Scotti e Brioschi (5 settembre).
Tutto va ben, madama la marchesa.
Delegazione a Roma perla Scotti e Brioschi (24 ottobre).
Quasi bene.
Verso una soluzione perla Scotti e Brioschi? (28 novembre).
Chissà, nel frattempo le maestranze hanno occupato la fabbrica.
Nuovo corteo martedì per la Scotti e Brioschi (12 dicembre).
Già 21 i giorni di occupazione. Manifestazione, per gli studenti parlerà Alberto Toscano.
Le vicende della Scotti e Brioschi (19 dicembre).
Ancora nessuna schiarita. Il "Corriere" lamenta malevole critiche: è stato accusato di non aver preso posizione sulla faccenda. Critiche respinte, in certi casi occorre saggiamente attendere la fine delle vicende, prima di avventurarsi in avventati giudizi su una questione che, dopotutto, non ha che due anni di storia. Il periodico novarese è neutrale, e lo dimostra pubblicando integralmente i documenti dell'occupazione, ossia gli ordini di servizio della dirczione aziendale.

 

Civiltà
Perché mi mettete in prigione,cos'ho fatto? (22 febbraio).
Fa la furba, l'ultrasettantenne canaglia, ma sa perfettamente qual è il suo delitto: indispettita, mentre trainava un carretto, dal protrarsi dell'attesa ad un passaggio a livello, apostrofava offensivamente la casellante, un pubblico ufficiale. Incarcerata per 4 mesi.
Ubriaco osceno in pieno centro (14 marzo).
Non se ne può più.
" Hai i ginocchi sporchi": ragazzo si tuffa nel canale e annega (Gazzetta del Popolo 9 giugno).
La maestra lo caccia da scuola e lui cerca di lavarsi nel canale. Tragedie dell'igiene.
Come vendere il marito e vivere felici (13 giugno).
Conciliante, la sposina della Bellaria concede al marito di frequentare a giorni alterni l'amante (una prostituta passionale) che gli corrisponderà un "affitto" di 45.000 lire mensili.
Per il parroco di Gignese anime di prima e seconda classe (4 luglio).
Messa alle ore 8 per le persone di servizio ed alle 11 per i Signori Villeggianti.
Bimbo sordomuto va in Questura e denuncia i genitori ubriachi (4 settembre).
Munito di un biglietto per comunicare l'accusa.Subito in Ospedale psichiatrico il papà.

 

Cose da pazzi
Definitivo lo stralcio della riforma psichiatrica (4 aprile).
D'ora in poi un pazzo non sarà più schedato come un criminale comune, ma considerato un ammalato. Addirittura.
Dischi volanti su Stresa? (7 marzo)
Indubitabile, c'è una foto.
Mamma, tieni la pistola non faccio più la rapina (7 marzo).
Sedicenne volubile. Imbarazzato il signor Battista, 64 anni, il vicino di casa che gliel'ha proposta.
Esistono davvero i dischi volanti? (21 marzo).
Il lettore G. Robatto di Savona chiarisce: la foto di Stresa è ... l'ennesima prova che il nostro globo è sotto la sorveglianza di gente... proveniente da altri pianeti e altre galassie e che, tra le altre facoltà, hanno quella di rendersi invisibili... costoro sono... in gran numero in mezzo a noi... si sta preparando una "grande operazione"...la distruzione di tutto l'arsenale atomico...  Chi ha dubbi, esorta il Robatto, rilegga l' Apocalisse di Giovanni.
La buratti naia voleva uccidere l'ispettore delle scuole (17 ottobre). Tra scuola e burattinai c'è incompatibilità dai tempi di Mangiafuoco.

 

Perle di saggezza
Malcostume e divorzio (29 febbraio).
Un documentato lettore cita da j. Delais, Les enfants du divorce : in Francia, su 100 divorzi, 60 sono dovuti a infedeltà, 25 all'alcolismo. Come si può allora negare il legame tra malcostume e divorzio? Ecco provato logicamente come il divorzio produca infedeltà, alcolismo e altri malcostumi.
Non sempre l'obiettore di coscienza
è sincero nelle sue intenzioni (3 ottobre).
Amara confidenza del generale Francesco Muscarà al comprensivo pubblico del Lyons Club: c'è chi obietta per non fare la naja.
Sono davvero vittime i meridionali? (31 ottobre).
Costoro invero... non sanno rinunciare a quella parte focosa e irrazionale del loro carattere... scrive un tal ET. al giornale, esortandoli ad adattarsi, a non tirar fuori coltelli o male parole ad ogni minima, a non far i galletti che, dopotutto, son qui come ospiti.
La lettera ha strane consonanze con un articolo (Basta con le discussioni con coltello e pistole, 1 luglio 1965) in cui un cero ET. rimproverava alcune categorie di immigrati del sud che, o con la pistola o con il coltello a serramanico, che portano sempre con loro perché ritenuti più necessari del fazzoletto... Coincidenze curiose.

 

Avvenimenti
Oltre l'avanguardia: polemiche al Broletto (10 ottobre).
La rassegna, che ospita nomi destinati a diventare famosi di lì a poco, non piace alla maggior parte dei Novaresi.
Capelloni è giunta la vostra ora (1 dicembre);
L'ora della riscossa, andando volontari in soccorso di Firenze alluvionata.
A proposito dei capelloni (1 dicembre).
...I capelli lunghi non fanno il delinquente.
E' già salito a quaranta il numero dei minorenni denunciati per furto (8 dicembre).
Trattasi di capelloni o assimilabili.
Contro i beatles canteranno le miccie (sic,22 dicembre)
Un esplosivo complesso, "Le miccie" dopo essersi esibito davanti alla regina Elisabetta, si prepara a cantare per il papa. Il successo è sicuramente garantito, tenendo conto che ...i beai italiani il piùdelle volte sono solo capelloni... onde per cui .. .è logico che si sia arrivati a una certa saturazione.
Bando ai dubbi ortografici, vogliamo Le miccie e non più chiome incolte, zazzere maleodoranti...
Vigilia di Natale e ultima mascalzonata dei capelloni che si siedono sulla strada per protestare contro la guerra del Viet Nam. Il "Corriere" li ignora forse per tema di propagandare un pericoloso e contagioso esempio. Con ritardo ne da notizia La Gazzetta del Popolo (28 dicembre):Cinque ragazzi denunciati per un corteo pacifista.

 

Qualcosa bolle in pentola.
Diffondono un volantino che attacca i carabinieri (3 febbraio).
A firma "Gioventù Democratica Novarese", viene diffuso in centrocittà un volantino dal titolo Discriminazione sociale a Novara, che critica il comportamento dei militari a seguito di un casino scoppiato in un "noto locale". La magistratura se ne sta interessando.
Sequestrato un rotocalco perii "caso Zanzara"
(31 marzo)
II sostituto procuratore di Novara, Ferdinando Alessio, dispone il sequestro su tutto il territorio nazionale del settimanale "L'Espresso" che, in margine alla querelle suscitata dal giornale studentesco "La Zanzara", ha pubblicato un articolo in cui si ravvisa il reato di vilipendio.
Silurato Enrico Sacchi
(31 marzo)
Benché mascherato da ragioni di salute, il vero senso del cambio della guardia nel PCI locale non sfugge al consumato politologo: sono stati i cinesi.
Rubato un mortaio al Colle della Vittoria (9 giugno).
Sebbene non azzardi ipotesi in merito al movente, l'anonimo estensore del trafiletto non manca di acume e osserva che tra un aeroplano, un carrarmato e un mortaio, è più facile rubare il mortaio. Chi l'avrebbe mai detto?
Ancora senza soluzione il mistero del mortaio (15 settembre)
Dragato invano il canale Quintino Sella. Chi ha commesso questo strano e originale furto?
Studenti novaresi in aiuto a Firenze
(1 dicembre)
Per l'alluvione.
Cinque ragazzi arrestati per un corteo pacifista (GP 28 dicembre). Sono Oreste Strano, Piero Pedrana, Mauro Albertini, Galileo Braida, Enzo Soardi.


Esordi e conferme
Vassalli a Milano...    (13 gennaio)
Già vincitore della 2a edizione del premio "Pasquirolo", il 24enne pittore Sebastiano Vassalli espone alla Galleria Naviglio di Milano. Per il giovane artista, nato a Genova, ma Novarese d'adozione, si prevede un prestigioso futuro nelle arti figurative.
Artista e antropologo novarese a Milano
(17 febbraio)
Anche Bernardino Del Boca dimostra, con i suoi disegni, di poter aspirare, se non fossero per lui preponderanti gli interessi antropologici, alla carriera artistica.
Alla vista dei carabinieri si ribaltano con l'auto (24 febbraio).
L'auto era rubata e vengono assicurati alla giustizia due membri del malavitoso terzetto L'ultimo, un tal Mandaglio non meglio generalizzato risulta irreperibile.
Studentesse aggredite da un gruppo di teppisti (10 marzo).
L'azione, davanti al solito galileo Ferraris, è prontamente sventata da un insegnante.Vengono fermati tre giovani già noti alla questura e uno sconosciuto sedicenne, Vittorio Tartarini.
Tre pittori novaresi
(23 marzo)
La pittura vittimistica di Oreste Amato non convince il critico (Giulio Bedoni) che gli rimprovera di aver cambiato stile quattro volte in tre anni.

 

Minorenni denunciati (23 giugno).
Per una serie di furti. Sono Giuseppe Barile, 19 anni e i due fratelli Graziano (18) e Maurizio (15) al correzionale.
Fondato il circolo Astrolabio (20 maggio).
A Borgomanero. Tra i fondatori: Celestino Maffei, Piero Piazzano e il giovane Fausto Bertinotti.
Quattro novaresi nel cuore del Pakistan (21 luglio).
Gli esploratori sono: Oreste Strano, Aldo Lazzarino, Mario Pasinetti e Lucio Cardinali.
Assolto Enzo Tortora dall'accusa di diffamazione (25 agosto).
Novarese il debutto giudiziario del presentatore.
Pazzo attenta ad una bimba (20 ottobre).
Ricoverato in Ospedale psichiatrico. Comincia il calvario di Erminio M., 23 anni, dilaniato tra morsi della carne e aneliti dello spirito.
Non sosta allo stop e volano cazzotti (10 novembre).
Ezio Biffi, 15 anni, quindi senza patente. E' spalleggiato nell'impresa dal padre e dal nonno.
Serata calda a suon di botte (22 dicembre).
In un'osteria di via Magnani Ricotti, Guido Bianco da segni di nervosismo.
Rinviati i processi al maniaco e al manesco (29 dicembre).
Il manesco è Salvatore Puledda, 25 anni, il sardegnolo (sic) che prese a calci e pugni la moglie.


Civiltà padana.
Forte diminuzione dei casi di morbillo...     (3 febbraio)
Buone notizie sul piano sanitario, le vaccinazioni hanno debellato difterite e polio, diminuiscono le malattie esentematiche. In aumento, invece, tifo, sifilide e tubercolosi.
Perdono giudiziale per la ragazza che gett
ò il bimbo dalla finestra (3 febbraio).
La tutela dell'onore è ancora un valore condiviso e giuridicamente protetto. Sviene per strada (10 febbraio)
II solito immigrato meridionale. Era digiuno da quattro giorni.
Questuanti in pelliccia di visone (14 aprile).
Lettera al giornale. La questuante è Indirà Ghandi.
Onde corte
(28 aprile)
Una lettrice scrive per deplorare l'atteggiamento delle scimmie del Parco dei bambini. Bestiole lascive, ...dedite a pratiche sessuali, alcune delle quali indescrivibili.
Dissequestrati i flipper
(20 maggio)
I pericolosi apparecchi che, permettendo la vincita di una partita gratuita, avevano disseminato tra i giovani l'infida passione per il gioco d'azzardo, resi finalmente innocui per il provvido e tempestivo intervento delle competenti autorità, tornano nei caffè e negli oratori senza più poter minacciare la serenità delle famiglie.
Canta canzoni oscene ubriaco nel bar (25 agosto).
Con la morale non si scherza, il turpe individuo è condannato per direttissima a nove mesi.
Portami un milione o ti uccido,
è Zakimort che ti scrive (25 agosto).
Finisce in questura lo scherzo di una ragazzina delle medie. Ma non si deve sottovalutare, giacché:
E' nel sottile mutamento della morale il più grave pericolo dei "fumetti neri" (1 settembre).
Così, su sei colonne, si commenta la notizia precedente.
Due "testimoni di Jehova" denunciati per questua abusiva (25 agosto)
Gli eretici verranno successivamente assolti.
Si fanno chiudere nel furgone per far man bassa di gelati (1 settembre).
Condotti in questura i tre grassatori (5, 7 e 9 anni).
Sospeso il pistolero delle magistrali (20 ottobre)
Quindicenne minaccia insegnante.
La "Calda preda" è stata sequestrata (24 novembre).
Non sfugge al procuratore Alessio l'oscena pellicola.
Incontro di calcio tra matricole (1 dicembre).
Ancora scompisciato dalle risate l'entusiasta estensore dell'articolo. Finalmente la gioventù sana si fa notare con il misurato umorismo della goliardia, (nella foto, riconoscibile Riccardo Gramegna, non ancora convertito a discipline più severe). A scuola con un candelotto di dinamite (29 dicembre).
Con innesco. Ma serviva solo per qualche scherzo, si affrettano a dichiarare i due quindicenni del "Leonardo da Vinci".

 

Cronaca mondana.
Donne denunciate per libertinaggio e atti immorali (13 gennaio).
Sono 15 .
Sperano nell'amnistia i rapinatori della "Gina" (12 maggio)
La notte del 9 maggio, un terzetto di balordi di provincia rapina la più nota tra le civiche operatrici di un settore tanto produttivo quanto sommerso. Gli sprovveduti non hanno fatto i conti con la sagacia della belle de nuit che ha già memorizzato la targa della loro auto. Processo e condanna arrivano per direttissima.
Scoperta una casa d'appuntamenti (2 giugno)
Un'altra denuncia per la casa d'appuntamenti (9 giugno)
In pieno centro, ma la buoncostume vigila, associati alle carceri i tre ultrasessantenni violatori della legge Merlin.
Dilaga la catena delle "prostitute verdi" (22 settembre).
In undici pagheranno per un'età non vissuta (29 settembre).  
Test psicologici per la "Lolita" (6 ottobre)
Tredici persone a giudizio per la Lolita tredicenne (20 ottobre)
Scoppia il primo scandalo. Non ancora tutelata da leggi di là da venire, la minorenne E.O., oltre alla citazione per esteso delle generalità, ha l'onore di una fotografia in cronaca. Per lei si spalancano le porte del "Buon Pastore".  ( Nota: nella raccolta del "Corriere" mancano molte pagine relative al caso)
Un intero stabile: casa d'appuntamenti (24 novembre).
Una quindicina di uomini stazionanti con studiata indifferenza in corso Cavallotti, attira l'attenzione della polizia. In tre appartamenti di uno stabile, tre signore, di cui una madre di 10 figli, hanno dato vita ad un'originale cooperativa. Fermati gli uomini, denunciate le donne.
Amava i soldi e la vita elegante la bella indossatrice sedicenne (22 dicembre).
Lolita aveva quindici anni quando ha cominciato (22 dicembre).
La Lolita per tre mesi rimarrà al buon pastore (29 dicembre).
Anche per G.M., nome cognome, fotografia e Buon Pastore.

 

Aspettando Godot
Aperta un'inchiesta al manicomio di Novara (24 marzo).
Tenta di sgozzarsi un uomo di 51 anni.
La procura inizia un'inchiesta per il suicidio nel manicomio (19 maggio)
Una donna di 64 anni si impicca con un filo di spago.
Detenuto al Castello si recide le vene ( 8 dicembre).
Ha 28 anni. Nello stesso articolo si da notizia di un analogo tentativo di un diciannovenne evaso dal correzionale.

 


 

 

LA FINE DEL MONDO

II 31 dicembre 1979, un decennio da tempo agonizzante tirò infine le cuoia. Ne uscivamo con un bel bottino: la coppia aperta, la militarizzazione del conflitto, la macrobiotica, le radio libere, lo sballo e l'aggregazione giovanile.
Allora un centro sociale come lo si intende adesso non c'era. Per noi, andare al centro, significava trovarci in città, un centro sociale, e talvolta asociale, all'aperto. Se già c'erano, i nuovi tempi avevano cominciato in incognito, nulla sembrava cambiato.
I ceti più disparati continuavano a convivere nel cuore della città. Nei palazzi, che in un estremo sussulto di patriziato conservavano ancora il nome di antichi proprietari, la signorile scala A, tollerava successive più modeste lettere dell'alfabeto, con i cessi sul ballatoio. Le case del Comune, ancora esentate dal non far sfigurare la ventura riqualificazione del quartiere, esibivano nello scenario di un antico e fascinoso degrado, esemplari irripetibili di fauna umana.
Accanto ad onesti lavoratori, convivevano satiri destinati al misticismo, disertori del Piave, con occhi liquidi di miseria e autocommiserazione, nubili inclini a vendicare col suicidio un destino immacolato tradito da imprevedibili circostanze, inimitabili padri di famiglia che conducevano all'altare figlie in acerba ma improcrastinabile età da marito, senza essersi concessi mai un giorno di onesto lavoro retribuito o un'assenza ingiustificata dall'osteria.
Figure mitologiche, scivolavano ancora in quegli umidi e scuri androni. La lingua di camaleonte del Chille, il collo taurino del Luison, l'umida mano di polipo del Seson, il lamento da muezzin del Savuneta, c'erano, o sembravano esserci ancora, in quel tempo che pareva essere un' estrema infanzia del mondo, o di noi stessi. In quell'angolo, tra le rovine di immaginari monumenti, ci ritrovavamo per travestire da resistenza ciò che era solo la sopravvivenza. E non ci fu per tutti.

 

A un tiro di schioppo dal via, non mancavano le osterie; pur orbati, per infame decisione clericale, della Canonica, avevamo delle alternative: impavida resisteva la Cristina, in largo Cavallazzi, più giù, Lo Sport (con alloggio) non si era ancora trasformato in pizzeria, due Trattorie d'Asti convivevano in via Magnani Ricotti, nella piazzetta del Santa Lucia c'era L'osteria dell' Annetta , girando a destra avevamo un'assaggiatoria vini e liquori, microscopica ma ben fornita: Andando verso la stazione, oltre al Circolo XXV Aprile, in vicolo Montariolo trovavi un Circolo Turati. Procedendo lungo corso Italia, se ancora non c'era più il 2 Spade, contiguo trovavi il locale della Luigina, superatolo potevi girare a sinistra, per andare al Pozzo o proseguire per l'Associazione Italiana Antifascisti, alla Barriera Albertina. In questi antri si nascondeva la varia Umanità.
E quanta ce n'era: sedicenti imbianchini, ferrovieri scapoli, contabili con pensioni kafkiane, partigiani immaginari, tubercolotici dimessi dal sanatorio, vagheggini benestanti, ex mungitori, panettieri insonni, giocatori d'azzardo, innamorati senza speranza, profughi giuliani, galeotti in libertà provvisoria, prostitute attempate, truffatori smascherati, magnaccia in disarmo, omosessuali non dichiarati, ed altro ancora.
Ma soprattutto onesti ubriaconi cui la rabbia o la malinconia sembravano aver gonfiato il cuore e rispettato il fegato. Ma non è così per tutti. Seduto al tavolo di una trattoria, mentre la generosità della Luigina tenta di venire a patti con le crude regole del commercio, Mauro,imbianchino, musicista e dipsomane, porta dignitosamente a termine la sua cirrosi epatica. Lascia una madre anziana, moglie e figli biondi e esili, il ricordo della loro ultima vacanza a Rimini : i pochi soldi smarriti,la giornata al mare trascorsa su una panchina. Mentre si anticipa un sorso della incombente eternità, attorno a lui, tra ladri di biciclette e artisti scontrosi, uno dei pederasti più brutti del mondo, con un aspetto igienico complessivamente inquietante, serve con brio ai tavoli, sussurrando agli avventori orripilanti proposte. Anche lui ne ha ancora per poco.

 


 

E' tarda primavera, la notte è tiepida. In città soffia una brezza che invita al piacere, si scatenano animaleschi romanticismi. Sul viale della stazione, le faticose bellezze della Bambolina e della Topo Gigio ricevono ora consensi che sembrano più legittimamente abilitarle alla difficile professione. Al bar Reuccio si mettono già fuori i tavolini, gli invertiti fanno vetrina. Impazza un carnevale di poveri vizi. Short e decolté, più arditi per il clima, che per il pudore, si sfidano nella mimesi di spiagge lontane, agognate terre di libertà e avventura ancora o ormai troppo distanti nel tempo. Si parla di luoghi di mondo: Gabicce, Jesolo...Si ordinano cocktail esotici ed arditi, la volgarità invernale del bianchino sembra rinnegata per sempre. Scoccano le occhiate, sfrontate o supplici, all'indirizzo del bersagliere.
In un'estrema obiezione di coscienza eterosessuale, il soldato si volge all'indietro e aguzza lo sguardo nella notte, ma invano, la venditrice d'angurie, a cui solo il naso adunco preclude qualifica e carriera da pin up, ancora non è di stagione. Con un sospiro, il fantaccino accetta un gin fiz.
Poco lontano, di fronte al Collegio Gallarini, nella stanza abusivamente occupata di uno stabile in demolizione, Gabri e il suo amico scaldano un cucchiaio alla fiamma di una candela.

 

La derattizzazione cominciò ai Quartieri Spagnoli, e poiché i topi si dimostrarono insensibili ad ogni ingiunzione di sfratto, si pensò bene di lasciar loro le case, allontanandone gli inquilini. Il centro città cambiò volto, cominciarono deportazioni di massa che nuovi interessi fondiari trasformavano in odissea: S. Rocco, Rizzottaglia, S. Agabio. La concentrazione del disagio emigrava col variare dei prezzi dei terreni.
Il centro ristrutturato fu riservato a uffici e studi professionali, le poche case d'abitazione rimaste cambiarono la tipologia di destinazione.
L'ingombrante presenza di un incompiuto dopoguerra che ancora batteva cassa alla pubblica assistenza, fu ridotto alla residuale e innocua testimonianza delle case del Comune, ben mimetizzate, del resto, nella generale ristrutturazione.
Un fallimento levantino trasformò in case di fantasmi l'altro lato del centro: dal baluardo a via Negroni.
Private del loro humus, quasi tutte le vecchie osterie morirono come piante inaridite. Anche i bar adattarono gli orari alla mutata situazione . Le provvidenze strappate all'avidità dei poveri si trasformavano in versatili buoni mensa.
La città era morta, un sindaco socialista, che era stato povero, si congratulò di questo volontario e nordico coprifuoco.
Paradossalmente, gli emuli del barone Haussmann un passage lo costruirono, anzi lo cominciarono: sventrarono il bar 900, e la trattoria del Pozzo. E lì si fermarono. Anche fuori dal centro storico cominciò la pressione per spingere all'estrema periferia gli insediamenti popolari. Ultima a cadere, fu la Bellaria.
Sulle macerie di quell'espugnato Alcazar, nel parchetto predisposto allo stupro che ora le ricopre, ancora si aggira il fantasma di una femmina dal fascino evidentemente segreto, arcana ninfa primigenia di una indecifrabile e secolare cosmogonia che ha donato alle scienze psichiatriche intere generazioni di misteri.

 

Intanto noi, orfani del nostro proletariato vagabondo, derubati di quei brandelli di esistenza disperata che consolavamo e che ci consolava, incapaci di tornare a più solidi riferimenti, privati di tanti alibi che avevano velato la nostra nudità degna dell'indegnità di un re, ci ritrovavamo, come acrobati all'improvviso senza rete, nell'agnizione subitanea e panica di un vuoto che avevamo finto di non intravedere tra quelle maglie sottese a debole protezione.
Cominciarono anni difficili.
Avevamo bisogno di un nemico, e lo avevamo perso di vista, poco o niente eravamo riusciti a fare per contrastare l’ntervento socialmente destrutturante sulla città, e ugualmente ininfluente era stato il nostro intervento sulle trasformazioni dei processi produttivi che teorizzavano la perdita di peso della classe operaia, sui fascisti non potevamo contarci, malgrado la truculenta disponibilità che avevano dimostrato in una faccenda familiare, nel quotidiano rimanevano sporadici e un pò timidi.
Schiacciati tra l'unità nazionale della sinistra storica, e la deriva militare di quella più radicale, ne uscivamo stirati come capita talvolta a Wilcoiote.
Ma siccome di un nemico avevamo bisogno, ce lo cercammo tra di noi.
Restò la Cristina, unica Tortuga di un mare sempre più burrascoso, il solo porto franco dove una relativa sobrietà diurna garantiva l'armistizio. Ma nelle notti burrascose del Ramlin, le sberle volavano.
Venivano a galla ruggini recenti ed antiche, per capire bisogna ricominciare dal principio, e chiamare le cose con il loro nome.

 

 

 

IL BIG BANG, L'AGGREGAZIONE

L'ANGOLO DELLE ORE

Vietato l'ingresso ai capelloni. Il cartello campeggiava sulla parete del Bar dell'Angolo. Non fu per una vendetta postuma, che i capelloni nostrani dessero l'angolo in questione a loro posto fisso di ritrovo. Da sempre il luogo era stato il punto di incontro di tutti. Qui si davano appuntamento fidanzati, anziane signore, domestiche in libera uscita, austeri commendatori, e da lì si andava poi al caffè, o sui giardini o persino, in altri tempi, al casino. I capelloni, invece, si fermavano. Il posto era comodo per tener sotto controllo il passeggio cittadino, non esigeva l'onere di una consumazione e infine dava loro la vaga sensazione di dar fastidio a qualcuno, insomma, una soddisfazione.
Per farsi crescere i capelli, a quei tempi, bisognava avere un gran potere contrattuale in famiglia, in pratica poteva permetterselo chi aveva un lavoro, e minacciava di lasciarlo, chi era già stato al Ferrante Apporti, e faceva temere di tornarci, chi era già fuggito da casa per la tendopoli di Mondo Beat, e prometteva di rifarlo. Quindi niente studenti, se non clandestini e virtuali, cioè zazzeruti in pectore, e con la sfumatura alta di fatto.
Comunque furono quelli autentici a organizzare la prima manifestazione contro la guerra del Vietnam, fecero un sit in sulla strada e bloccarono il traffico. Essendo personaggi ben noti, la polizia se li ramazzò tutti, e li rinviò a giudizio.

 

LA TENDA DELLA SCOTTI-BRIOSCHI

Nel giro di due o tre anni, anche gli studenti trovarono il coraggio di farsi crescere i capelli e, resi audaci dalla vittoria della loro crinologica battaglia di Stalingrado, decisero, già che c'erano, di farla anche finita con la società borghese.Ai più illuminati tra loro non sfuggiva il fatto che tale ardito progetto si poteva realizzare unicamente con una politica di larghe alleanze e che in tale (come allora si usava dire) ottica, i soci naturali non potevano essere altri che quelli dell'Angolo, ai quali, con antropologica liberalità, riconoscevano il ruolo di uomini di Neandertal della ribellione.
Inaspettatamente, i primitivi in oggetto non furono commossi da quella caritatevole attenzione. Avanzavano dubbi.
Innanzitutto diffidavano di gente che aveva impiegato qualche anno per ottenere il diritto a un paio di centimetri di basetta. Sottovalutando la difficoltà dell'impresa, ritenevano di avere a che fare con una banda di figli di papa un po' cagasotto. Poi sospettavano, che per qualche misteriosa alchimia sociale, in caso di tafferugli gli studenti se la sarebbero sempre cavata riservandosi gli onori della cronaca e lasciando a loro l'onere della galera e delle bastonate. In quella loro testaccia di cazzo il fatto che un sette di condotta fosse equivalente a sei mesi con o senza condizionale, non riusciva proprio ad entrarci. Infine, la critica della società dei consumi fatta da chi, fino a quel momento, aveva consumato anche la loro parte, li rendeva perplessi. Anzi, per dirla giusta, li faceva incazzare. Naturalmente i fatti successivi diedero ragione alle loro titubanze, ma ciò non deve trarre in inganno: teoricamente avevano torto, basarsi sulla realtà non è scientifico, è un ragionare da portinaie.
Mentre ci annusavamo male, scoppiò la crisi della Scotti e Brioschi, la fabbrica chiudeva. La famosa alleanza tra operai e studenti si realizzava, si aggregò anche il proletariato giovanile che ancora non aveva questo nome, si chiamava ancora sottoproletariato. Fu eretta una tenda di solidarietà in Piazza delle Erbe.
Tra atteggiamenti disinvolti degli uni, e puzza al naso degli altri, l'esperienza fu crivellata da polemiche e piccoli incidenti che culminarono con l'espulsione di un certo Zanaria dalla tenda.
Il giorno successivo, lo sparuto ma agguerrito gruppo dell'Angolo ne chiese conto e ragione a un corteo di 3.000 studenti. Di costoro se ne fece avanti uno, che non aveva assistito all'episodio ma che si sentiva un capo. Per quella volta se la cavò con uno spintone e qualche parolaccia. Comunque si cominciava male.

 

IL BAR MILK

Una sola persona poteva tenere insieme i due mondi, l'Oreste.
Dotato di grandi, talvolta inflessibili, capacità di dirigere, Oreste esercitava un notevole fascino su ambedue le anime del neonato movimento: per gli uni contavano le sue esperienze di infaticabile organizzatore culturale, di militante precocemente critico nei confronti della sinistra storica e la preparazione teorica che attraverso quei percorsi aveva maturato; sugli altri, oltre al già comprovato coraggio nell' affrontare gli esiti estremi della repressione, faceva presa quella determinazione, imparata forse sulla strada ma perfezionata in una palestra di
boxe, che rendeva ridicola ogni fantasia di poterlo in qualche modo intimidire.
Parlava, quindi, entrambi i linguaggi che si stavano confrontando, e perciò poteva fare, alla bisogna, da interprete.
Il bar dell'Oreste divenne perciò il crogiolo di due pezzi socialmente determinati della nostra generazione, il terreno extraterritoriale di trattativa e confronto, la camera di decompressione delle inevitabili ipertensioni. Quando Oreste, prima per decisione sua, poi per quella di altri, si allontanerà dalla città, nessuno, e nessuna organizzazione, riuscirà a supplire a questa funzione.

 

LA COMUNE

Un gruppo di evasi dal Seminario Vescovile affittò delle stanze sopra al cinema Vittoria.In un delirio di nostalgie cosmopolite l'insediamento fu denominato La Comune.
Fortemente marcato da un imprinting veterotestamentario, il gruppo fondatore era destinato ad aderire nel volgere di poco tempo, ad una setta per la quale il comunismo si realizzava essenzialmente vendendo dei giornali.
Nelle more di questa faticosa transizione verso l'edicola del proletariato, si concessero una breve stagione interlocutoria e libertaria, mettendo il loro alloggio a disposizione del movimento ( si fa per dire).
Intelligenti e preparati, non tutti immediatamente simpatici, i ragazzi della Comune attirarono contemporaneamente molte delle più vivaci teste cittadine insieme ad un catalogo di formidabili imbecilli.
Ma, mentre i primi si orientarono, nel volgere di poco tempo, a privilegiare gli aspetti pragmatici della struttura, utilizzandola prevalentemente come comoda e ben piazzata garsonnière, gli altri la presero sul serio, inaugurando una diarrea di assemblee enciclopediche che affrontavano l'universalità dei problemi: dall'esproprio proletario alla trasmigrazione delle anime. Poi, fortunatamente, diasporarono.

 

IL CICAMO'

Una stralunata comitiva arrivava ai vent'anni con le delusioni che si possono accumulare nel corso di una lunga vita. Non credevano più in dio, erano scettici sull'anarchia, avevano smascherato il volto autoritario della psicanalisi, comprendevano anche che l'amore altro non è, se non un libero accidente, senza caratteristiche di sostanzialità.
Tentarono la via psichedelica per espandere le loro coscienze.
Quando furono ben bene espanse, come il peto di un elefante su un ascensore, capirono che dovevano attendere l'avvento dell' Età dell'Acquario.
Nell'attesa dell'evento cosmico, misero a punto una strategia alimentare e si inventarono un ristorante.
La macrobiotica è un sistema complicato di principi che possono essere riassunti in una semplice formulazione: l'aspetto divertente della nutrizione non consiste, come credono i volgari, nell'atto di mangiar bene, ma in quello successivo, ovvero nel cagare con soddisfazione.
L'esperienza durò qualche anno, poi, travolto da travagli spirituali e di bilancio, il gruppo si sciolse: uno dei fondatori si acquistò un brevetto da Pastore di una disponibile chiesa protestante, altri andarono a colonizzare i kibbutz del Villaggio Verde, qualcuno ripiegò nel privato. Comunque stanno tutti bene e cagano ancor meglio.

 

RADIO KABOUTER

All'improvviso, con la virulenza di un cancro, fu tutto un fiorire di radio libere.
Ci furono compagni che intuirono prontamente che il fenomeno poteva avere nell'immediato una valenza rivoluzionaria, e nella prospettiva, chissà...
Il palinsesto era all'altezza dei tempi: musica di tendenza, notiziari critici, oroscopi femministi, favole alternative, pettegolezzo militante, cucina mistica, consigli per gli adulteri.
Tradita dalla miopia di PCI e CGIL, che smisero di finanziarla, la radio cambiò nome, assetti proprietari e filosofia redazionale. Ma sopravvisse e fece sopravvivere.

 

APPENDICE, ALTRE ISTITUZIONI

Luis Culanda. La prima agenzia educativa in cui si imbatteva un giovane curioso. Attempato, autodidatta, spirito più che libero, si era dedicato anima e corpo (corpo, corpo soprattutto) almovimento di Mondo Beat. Contro la sua volontà, era stato nell'occhio del ciclone che aveva scatenato l'epopea tra capelloni e forze armate, subendo il martirio. Abilissimo elettrotecnico sapeva ricavare da rottami assortiti affidabili impianti di riproduzione del suono. Sciamano metropolitano proponeva cure curiose per ogni accidente fisico o morale. In tarda età, come sempre attento ad ogni canale delle comunicazioni di massa, si fece conduttore di una radio parrocchiale, indi rese a dio l'unica cosa che non aveva mai dato a nessuno.
La famosa Scuola di Teatro. Quasi ogni anno, una locandina affissa davanti ai Licei e alle Magistrali, invitava da qualche parte gli studenti, per una prima riunione-selezione in vista di una costituenda scuola teatrale. Quegli che ora è un austero farmacista si presentava regolarmente, non senza essersi preparato un monologo, ansioso che venissero in luce le sue doti di attore tragico. Portava con sé degli amici.
Il Maestro era un roseo e ancor giovane attore, già in lotta contro attacchi precoci di costituzionale pinguedine e che vantava esperienze di proscenio. In un' esuberante maturità, prima di assurgere alle vette della televendita, sarebbe stato autore di un'indimenticabile installazione che avrebbe commosso ed entusiasmato il pubblico della Bocca in cielo. Tra una piroetta e un vocalizzo dimostrativo, l'augusto Capocomico sciorinava i fasti del suo curriculum, tesseva l'apologia dell'arte di Melpomene, faceva intravedere i fasti di già prossime e trionfali mise-en-scéne. Indi procedeva alla selezione. Solo ragazze, naturalmente, e senza bisogno di monologhi.
Gli occhi del futuro speziale si velavano di tristezza e nevrastenia. Il Maestro sopravvive ancora su canali di nicchia dell'etere.
Bistrot e cabaret. Emi, Miss Emigrazione in Svizzera nel '54, emula di Edith Piaf, dedica la sua esistenza ad aprire locali. Sono locali per musicisti e per chi ama la musica. Le fisarmoniche e le chitarre dei dintorni accorrono, a una cert'ora cantiamo tutti. Ma manca sempre qualcosa, soprattutto i soldi. E allora si chiude il locale.
Emi parte per il mare o per la montagna, fa la stagione negli alberghi, 12 e anche 14 ore di lavoro al giorno, raggranella un modesto gruzzolo. Al ritorno riaprirà un locale. Per amore della musica. Con andamento carsico, un bistrot c'è sempre.